Sostenibilmente in - 3 Luglio 2024

Kick off for the planet 

Quando in gioco c’è il futuro

Questa settimana nell’ordine sono passata dalle serate cinema e popcorn a casa a guardare “The Legacy”, al ritrovo al bar con dipinte sulle guance la bandiera italiana, per supportare al meglio la nazionale agli europei di calcio (accidenti!), per poi urlare “da Roma a Bangkok” per lo strepitoso 3-1 inferto dalle nostre ragazze del volley alle giapponesi che si aggiudicano la Nations League.
Mamma mia, che adrenalina lo sport! Che impatto sulla nostra vita, lo sport!

Fermi, fermi tutti… in effetti, che impatto ha lo sport?

In termini di emissioni di gas ad effetto serra sarebbe circa tra l’1% al 2% delle emissioni globali. Se volessimo, invece, ragionare sui consumi idrici, beh ad esempio, un campo da golf da 18 buche piuttosto che uno stadio di calcio di medie dimensioni, necessitano al giorno dell’acqua utilizzata dagli abitanti di un Comune medio italiano: 2 milioni di litri!

Tuttavia, è innegabile che lo sport ricopra un ruolo fondamentale nella nostra società, essendo capace di connettere individui e comunità in modo profondo e significativo. Le ragioni per cui seguiamo lo sport spaziano da aspetti psicologici a sociali e culturali. Lo sport, infatti, suscita forti emozioni offrendo un'esperienza coinvolgente, è capace di creare un senso di identità e appartenenza a una comunità, senza dimenticare che incarna il confronto e la sfida, elementi intrinsecamente molto motivanti.


Già, motivanti. Quanto può essere motivante?
Pensiamo a quante persone può raggiungere con un solo evento. Prendiamo i soli numeri della tv: i mondiali di calcio 2022 in Qatar oltre 5,3 miliardi di persone, rimanendo sul calcio l'esordio degli Azzurri di Spalletti contro l'Albania oltre 11 milioni di telespettatori italiani, i giochi olimpici del 2021 hanno attratto 3,05 miliardi di appassionati, la Ryder Cup ha generato 75 milioni di contenuti visti per l’edizione 2023, la Coppa del Mondo di cricket con un numero totale di spettatori di 2,2 miliardi, per chiudere con i 123 milioni per l'edizione 2024 del Super Bowl.

Bene, ora pensiamo allo sport come un’enorme cassa di risonanza capace di dare il via al cambiamento su scala locale e globale volto ad una nuova responsabilità sociale ed ambientale verso le persone e il pianeta.

Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco, nel 2017 ha dichiarato: 

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“Coi suoi valori di rispetto, dialogo e comprensione, (lo sport) contribuisce allo sviluppo e alla realizzazione degli individui. Dallo sport scaturiscono azioni e riflessioni per trasformare e migliorare le nostre società...”

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sancendo così con il Piano di Kazan, un accordo globale che inserisce la pratica sportiva negli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030.

In effetti, le iniziative non mancano (n.d.r. a dire la verità anche qualche scivolone: zero emissioni nette in Qatar, le piste di Cortina) e nemmeno chi si impegna per aprire le danze.

Morten Thorsby, ad esempio, ha fondato “We play green” e ha cambiato il suo numero di maglia con il numero 2 per ricordare a tutti l’obiettivo dell’Accordo di Parigi del 2015, ovvero di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C. In tema di maglie, anche i giocatori dell’Inter, lo scorso 22 aprile, hanno giocato con un patch sulla manica al fine di commentare i loro numeri relazionati ai “dati della terra”; in particolare, con l’intenzione di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’emergenza ambientale che caratterizza il nostro presente.

Pensando al basket, nell'ambito del programma delle Nazioni Unite "Sport for Climate Action", l’NBA si è posta l’obiettivo di ridurre la propria impronta di carbonio del 50% entro il 2030.

Per poi citare chi ci crede fin dal 2010 come la Green Sports Alliance che è stata capace di combinare competenze diversificate con la passione condivisa per gli sport, diventando pionieri del movimento sportivo “green”.

Altre iniziative?

I Philadelphia Eagles, squadra americana di football, producono un terzo dell'energia del loro stadio con pannelli solari e turbine eoliche. Nel surf, sono state realizzate delle tavole in plastica riciclata, nel tennis le palline Triniti, palline con anima in gomma che non hanno bisogno di aria pressurizzata e che durano quattro volte più delle tradizionali, nella pallavolo le reti della Good Net sono ricavate dalle reti da pesca abbandonate. Ad Hong Kong, invece, è stato costruito un campo da basket a partire da 20.000 scarpe, mentre nel cricket sono state realizzale le mazze in bambù in alternativa al legno.

In Italia?

Il CONI e l’ASVIS in occasione degli Internazionali di tennis a Roma hanno pubblicato una mappa per arrivare al Foro Italico senza impattare sull’ambiente; nel Giro d’Italia l’attenzione si è focalizzata sulla raccolta differenziata, la Juventus si impegna a piantare 200 alberi ad ogni goal segnato e come non citare l’Udinese con l’energia da fonti 100% sostenibili.

Insomma, il segreto dello sport potrebbe proprio essere quello di sfruttare l’influenza culturale, di emulazione e sensibilizzazione per promuovere un cambiamento, il cambiamento. Quello di cui abbiamo tanto bisogno.

Vi saluto citando uno dei miei preferiti, che ci spronerebbe verso il 2030 sicuramente così:

“I vincenti trovano soluzioni. I perdenti cercano alibi” - cit. Velasco

… e nell’aria inevitabilmente risuona “notti magiche… inseguendo un goal” (e lo so che l’avete letto cantando e chi non lo ammette, semplicemente mente 😉).

Chiara Pontoni 
Sustainability Manager Gesteco

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A proposito di sport, volevo fare i complimenti alla nostra squadra di calcetto che si è aggiudicata il torneo aziendale “L’originale” che si è disputato a “La Bombonera” …un bellissimo gioco di squadra basato solo su energia rinnovabile e tattiche eco-friendly (forse anche qualche birretta)!

In piedi da sx: Gianni, Francesco, Cristian, Tommaso, Alessandro, Davide, Luigi | In ginocchio da sx: Matteo, Lorenzo, Tommaso, Emanuele, Massimiliano, Filippo

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