In questo articolo ci immergeremo nel magnifico ruolo di uno degli elementi più iconici delle festività Natalizie: l’albero, un essere vivente straordinario e fondamentale per la nostra esistenza. Scopriremo insieme il suo contributo essenziale all’ossigenazione, alla regolazione del clima e alla lotta contro l’inquinamento.
Ma non finisce qui: approfondiremo curiosità, capacità di adattamento straordinarie e il legame profondo che questo gigante verde intreccia con la nostra vita quotidiana.
Buona lettura!
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Chi mi conosce lo sa, sono in trip già da diversi giorni. Si, si, assolutamente, faccio parte del team dei “Nonsochi” (del resto Chi-ara 😉). Per questo motivo, sono alle prese con le luci dell’albero di Natale. Ci sto girando intorno con cura, mentre le dispongo facendo attenzione che siano tutte alla stessa distanza. Ecco che le accendo e mi allontano: wow! E mentre mi sento emozionata, pervasa dalla nuova atmosfera, penso proprio al suo incredibile potere. Parlo dell’albero.
Già, perché gli alberi non sono solo protagonisti delle nostre tradizioni natalizie. Gli alberi sono fondamentali per la vita sul nostro pianeta! Producono ossigeno, regolano il clima, migliorano la qualità dell’aria e forniscono habitat per migliaia di specie. Senza di loro, il mondo come lo conosciamo non potrebbe esistere. Eppure, spesso li diamo per scontati.
Quanto ne sai davvero sugli alberi?
Per esempio, lo sai che sulla Terra esistono più di 60.000 specie di alberi? Secondo il censimento del GlobalTreeSearch, il Brasile, la Colombia e l’Indonesia sono i Paesi con la maggiore biodiversità, ospitando le specie più endemiche. Tuttavia, ogni anno perdiamo 15 miliardi di alberi a causa dell’attività umana, riducendo la copertura arborea a livelli critici: oggi abbiamo il 46% di alberi in meno rispetto a 12.000 anni fa, che coincide con quando l’agricoltura iniziò a diffondersi.
Attualmente, sulla Terra sopravvivono circa 3 trilioni di alberi. Possono sembrare tanti, ma sono insufficienti per bilanciare il nostro impatto ecologico. Ad esempio, le emissioni globali di CO2 superano le capacità di assorbimento delle foreste esistenti, aumentando il rischio di cambiamenti climatici irreversibili.
E poi sai cosa amo degli alberi?
Amo la loro incredibile capacità di adattamento. La maggior parte delle loro radici si trova nei primi 45 cm di suolo, dove le condizioni di nutrienti e ossigeno sono ottimali. Tuttavia, alcune specie sono capaci di fare ancora di più, infatti il cipresso delle paludi (Taxodium distichum), sviluppa radici aeree chiamate pneumatofori per “respirare” anche in condizioni difficili, come nei terreni fangosi e poveri di ossigeno.
Un altro dato sorprendente riguarda le estensioni delle radici: una quercia matura può estendere il proprio apparato radicale per centinaia di chilometri in larghezza. Questa rete sotterranea non solo sostiene l’albero, ma stabilizza il suolo, prevenendo erosione e frane (altro super potere, Batman scansati!).
Sembra gli manchi solo la parola, e in effetti forse è pure in grado di parlare…
Quando si parla di alberi, non possiamo ignorare il loro straordinario “sistema di comunicazione”. Sapevi che alcune specie rilasciano sostanze volatili per difendersi dai parassiti? Gli alberi di mele infestati dai bruchi, ad esempio, emettono segnali chimici che attirano gli uccelli, predatori naturali dei parassiti. Questo fenomeno, noto come comunicazione chimica, rappresenta un’incredibile dimostrazione di resilienza e cooperazione.
E poi quest’estate non dirmi che non hai ringraziato tuo padre che ha piantato in giardino quel pioppo dove ti sei sdraiato per riprenderti dal caldo torrido; anche in città, gli alberi svolgono un ruolo cruciale nel ridurre il fenomeno delle isole di calore urbano, aree urbane dove le temperature possono essere fino a 4-5°C più alte rispetto alle zone rurali circostanti. Oltre a fornire ombra, gli alberi abbassano la temperatura attraverso l’evapotraspirazione, un processo in cui assorbono calore per far evaporare l’acqua dalle foglie.
Un esempio pratico: si stima che una copertura arborea sul 40% di una superficie urbana potrebbe ridurre le temperature estive di ben 5°C, a differenza dell’altezza degli edifici che contribuisce ad innalzarle. In un contesto di riscaldamento globale, queste soluzioni naturali sono indispensabili per il benessere umano e la resilienza climatica.
Gli alberi poi non sono solo alleati contro il calore, ma anche contro l’inquinamento. Le loro foglie catturano particolati fini, ossidi di azoto e anidride solforosa, migliorando la qualità dell’aria. Il particolato però non rimane a lungo sulle foglie e viene poi disperso nell'ambiente dagli agenti atmosferici. Secondo studi recenti, un ettaro di foresta urbana può rimuovere mediamente 17 kg/anno di PM10, e 35,7 kg/anno di ozono troposferico.
In Italia, città come Milano e Roma stanno adottando politiche di riforestazione per migliorare la qualità dell’aria e mitigare gli effetti dell’inquinamento. Tuttavia, il consumo di suolo resta una sfida: cemento, asfalto, edifici e altre costruzioni aumentano di circa 16 ettari al giorno, riducendo il suolo a disposizione per le foreste.
E poi ci sono gli alberi in grado di cambiare il destino di intere regioni. La Grande Muraglia Verde in Africa mira a creare una fascia di foreste lunga 8.000 chilometri per fermare l’avanzata del deserto del Sahara.
Grazie a tecniche come lo zaï, che trattiene acqua nel suolo, e alla selezione di specie resistenti come l’acacia, il progetto sta già trasformando terreni aridi in oasi verdi. Se completata, la Grande Muraglia Verde potrebbe diventare il piano di riforestazione più grande della storia, migliorando la sicurezza alimentare e creando milioni di posti di lavoro.
E, per rendere il tutto ancora più sorprendente, gli alberi sono anche in grado di memorizzare le storie del passato. Gli anelli di accrescimento non solo indicano l’età dell’albero, ma registrano anche eventi climatici come siccità o alluvioni. La scienza della dendrocronologia permette di ricostruire il clima di secoli fa, fornendo dati essenziali per comprendere l’evoluzione del nostro pianeta.
Sono così ricchi di talento che li stiamo studiando anche per capire se sono in grado di migliorare il nostro benessere psicofisico. Il recentissimo progetto Green Heart Louisville, negli Stati Uniti, ha dimostrato infatti che la presenza di alberi nelle aree urbane riduce significativamente i livelli della proteina hsCRP (proteina C-reattiva) nel sangue, un marker di infiammazione associato a rischi cardiovascolari.
I partecipanti allo studio, monitorati per anni, hanno mostrato una riduzione dello stress, miglioramenti nella qualità del sonno e un abbassamento della pressione sanguigna. Non è sorprendente?
Mi auguro di averti fatto riflettere su quanto i nostri destini siano intrecciati. Lo so che stai pensando di piantarne uno e anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in effetti prevede la piantumazione di 6,6 milioni di alberi entro il 2030; tuttavia, tale iniziativa è insufficiente rispetto agli oltre 227 milioni necessari per combattere efficacemente l’inquinamento e il riscaldamento globale. La chiave rimane, quindi, la preliminare riduzione delle emissioni!
Ora torno da lui, è l’ora delle palline!
A te, invece, auguro un Natale sereno e pieno di calore.
Che questo Natale ti porti gioia e momenti di serenità accanto a chi ami.
L’augurio per il 2025? Speriamo che il nuovo anno ci trovi tutti un po' più consapevoli!
“Oh Christmas Tree, oh Christmas Tree,
Your branches green delight us.”
Buone feste!
Chiara Pontoni
Sustainability Manager Gesteco