In questo articolo esploriamo la sicurezza digitale e l'uso responsabile dei social media. Durante la "Safety week" del Gruppo Luci, abbiamo seguito un percorso di sensibilizzazione su temi come la cybersecurity, per imparare a proteggere i dati, e la netiquette, per gestire al meglio le nostre interazioni online. Scopri di più sui rischi del social engineering, sulle password sicure e sulle sfide della comunicazione digitale.
Buona lettura!
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È mercoledì mattina, sono seduta in un piccolo auditorium. È la “Safety week” per Gruppo Luci.
Cos’è la “Safety week”?
Da ormai 6 edizioni, ogni anno, durante la Settimana europea sulla sicurezza e la salute sul lavoro, Gesteco organizza una serie di eventi di sensibilizzazione e formazione per i dipendenti e i collaboratori del Gruppo. Il tema principale è la sicurezza, in particolare, in questa edizione, abbiamo approfondito la “cybersecurity”; tuttavia, non mancano anche momenti per parlare di sostenibilità con i “Sustainability coffee” – il tempo di un caffè per comprendere ed approfondire il mondo che cambia.
[N.D.R.: La Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro è una manifestazione organizzata dall’Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro – EU-OSHA e si svolge ogni anno nel mese di ottobre. Ha come scopo la sensibilizzazione riguardo l’importanza di una gestione attiva e partecipativa della salute e sicurezza sul lavoro e la valorizzazione della cultura della prevenzione.]
Stamattina in auditorium siamo in 30, ma la settimana coinvolgerà circa 110 colleghi.
È sempre stata un bel momento di condivisione e quest’anno è anche un viaggio di consapevolezza digitale, un’occasione per riflettere, crescere e proteggerci insieme.
Per questa missione, ci facciamo guidare da due talenti speciali: Francesco, il nostro “comandante di missione” per la cybersecurity, e Susana, la nostra “specialista di missione” sulla Social Media Policy. Francesco, che è parte del team ICT, sa leggere le minacce digitali come fossero codici segreti, mentre Susana, conosce le sfumature della comunicazione online e sa come far emergere la nostra immagine in modo sicuro e responsabile.
In un'era in cui gli attacchi informatici sono strutturati e mirati, la cybersecurity non è più solo una questione tecnica, ma un approccio mentale. Ogni azione quotidiana, ogni gesto virtuale, può nascondere insidie. Le statistiche ci parlano chiaro: l'Italia è al centro di questo fenomeno globale, avendo ricevuto - nel 2023 - l'11% degli attacchi a livello mondiale, e subisce attacchi informatici soprattutto in settori sensibili come la sanità e il manifatturiero. Dietro queste minacce ci sono organizzazioni criminali ben organizzate (83% degli attacchi), ben lontane dall'immagine tradizionale dell'hacker solitario, si, hai capito bene, quello con il cappuccio e la felpa nera.
Francesco ci ha aiutato a riconoscere i segnali, perché le modalità di attacco sono estremamente diversificate: alle classiche mail con tentativi di truffa - di cui siamo bombardati - si affiancano gli SMS, i messaggi Social ed anche i QR-code che possono portare a siti fraudolenti!
Questa dei QR-code mi ha destabilizzata, chi se lo aspettava, così innocenti con i loro quadratini neri.
Ma non solo: l'AI alimenta fenomeni pericolosi come i deep fake, messaggi audio o video completamente "sintetici", che ricreano in modo estremamente realistico le caratteristiche e i movimenti di un volto o di un corpo e capaci di imitare fedelmente una determinata voce per ingannare i destinatari. Non si tratta più di difendere semplicemente il perimetro aziendale, ma di coltivare una cultura di attenzione e prevenzione condivisa.
In questo contesto, è stato poi il momento di Susana che ci ha fatto riflettere anche sull’impatto della comunicazione e in particolare della comunicazione sui social media.
Negli ultimi anni, infatti, abbiamo assistito a diversi scivoloni mediatici da parte di brand, aziende e personaggi pubblici, i quali si trovano a fronteggiare le conseguenze di una comunicazione poco ponderata (per non parlare di certi politici o di qualche famoso pandoro). Questi eventi non sono solo errori isolati, ma rivelano una mancanza di comprensione del potere delle parole nel contesto digitale odierno. In un’era in cui tutto ciò che comunichiamo online diventa parte della nostra identità pubblica, è fondamentale che le aziende e gli individui comprendano l’importanza di una comunicazione responsabile e consapevole.
Susana ha così approfondito il concetto di netiquette come aspetto cruciale di comunicazione. La netiquette, o etichetta online, si riferisce a un insieme di regole e linee guida che regolano il comportamento nelle interazioni digitali. È essenziale seguire queste regole per evitare malintesi e per garantire un ambiente online rispettoso e costruttivo. Ad esempio, utilizzare un linguaggio appropriato, rispettare le opinioni altrui e mantenere toni civili sono tutte pratiche che rientrano nella netiquette e che possono prevenire scivoloni comunicativi.
Fa infatti scuola un caso recente che ha visto un dipendente di una mensa scolastica perdere la causa legale contro il suo datore di lavoro dopo aver pubblicato su Facebook commenti critici riguardo la qualità del cibo servito e insinuazioni sull'onestà dei consiglieri comunali coinvolti in una visita di ispezione. La vicenda, giunta fino alla Corte d'Appello di Catanzaro, si è conclusa con la conferma del diritto dell'azienda a monitorare l'attività online dei dipendenti. La sentenza ha sancito che i datori di lavoro possono, infatti, prendere provvedimenti nei confronti dei dipendenti i cui post pubblici risultano offensivi o pubblicati durante l'orario di lavoro, in quanto questi possono ledere la reputazione aziendale (Corte di Appello di Catanzaro, n. 1352 del 28/12/2021).
In un'epoca in cui ogni parola conta, è più importante che mai prestare attenzione al modo in cui comunichiamo e come le nostre interazioni possono influenzare il nostro mondo online e reale.
La sensibilizzazione non è mai stata così necessaria: proteggere i nostri dati significa proteggere il futuro. Ognuno di noi è parte attiva di questa sfida e ogni gesto di attenzione, in azienda come sui social, diventa uno scudo contro le insidie digitali.
Devo dire che mentre ascoltavo Francesco e Susana ho fatto due riflessioni:
È tempo di saluti e sento di non potermi esimere dal farlo così:
“E poi, lo sai, non c'è
Un senso a questo tempo che non dà
Il giusto peso a quello che viviamo
Ogni ricordo è più importante condividerlo
Che viverlo
A presto,
Chiara Pontoni
Sustainability Manager